di Graziano Cetara (da Il Secolo XIX)
«La città non è un paradiso terrestre, bisogna farsene una ragione», parola di don Andrea Gallo. Lo dice a Sampierdarena, nel giorno della festa delle pandillas, le organizzazioni di strada latino americane, quelle della pace, attraversate dalla tensione generata dall’omicidio del Nuevo Changò e dalle circostanze nelle quali è maturato.
Non è l’Eden piazza del Monastero e le vie che la lambiscono. Specie di notte, quando il traffico è una lenta processione di auto tra una prostituta e l’altra. E i marciapiedi sono popolati di magnaccia e brutti ceffi. «Non è l’Eden ma ci si può provare a cambiare le cose se dove c’è la violenza inserisci il gioco», propone Pina Rando, responsabile del teatro Modena, regista della manifestazione di ieri pomeriggio che ha colorato e riempito Sampierdarena. È stato un successo. Non c’erano solo le bande, i Latin Kings e i Netas, con la costellazione dei gruppi alleati, a divertirsi sul cemento per rispondere col sorriso a ritmo di reggaetton, ai timori di nuovi scontri tra gang.
C’era anche il resto del quartiere, con i bambini infagottati nelle maschere delle favole e dei cartoni animati, dei sogni e degli incubi, ad animare le piazze principali, piazza Settembrini, piazza Modena e via Cantore. Il fulcro, il confine, era piazza del Monastero: a cavallo della statua di Garibaldi, due mondi a confronto, timidamente affacciati l’uno verso l’altro.
Da una parte il campetto improvvisato dei latinos, terreno di scontro sportivo e di muscolarità giocosa (le bande hanno sfidato il Don Bosco). Dall’altra le famiglie italiane, in una nuvola di coriandoli, ad ascoltare le storie degli artisti di strada, sui trampoli e nei teatrini, scatenando i più piccoli. La paura e il degrado che ingabbiano Sampierdarena, e che nei mesi scorsi avevano fatto del quartiere un caso simbolo per tutta la città, sembravano dissolti ieri pomeriggio.
«Con le ronde si ottiene altra violenza - continuava la direttrice del teatro dell’Archivolto e del Modena - invece con il gioco si ottiene il gioco. L’obiettivo deve essere quello di togliere spazio alla violenza, impedire a chi la pratica di stabilirsi e occupare strade e locali». Don Gallo benedice e racconta la sua messa mattutina nella chiesa del Don Bosco: «Una messa splendida, con rito in castigliano e tante famiglie latino americane che hanno fatto colletta per aiutare una donna della loro comunità ammalata e costretta a tornare in patria. Il futuro si deve costruire insieme così, prendendo atto delle contraddizioni che esistono e superandole con il dialogo, l’accoglienza, l’ascolto».
Sul fronte latino americano la nuova frontiera è il centro sociale Zapata, che è diventato il luogo della pace tra le bande, impegnate con l’università in numerosi progetti tra il ludico e il sociale, spiega Chiara, doppio ruolo di attivista dello Zapata e ricercatrice universitaria: «A maggio organizzeremo un torneo di calcio contro il razzismo - spiega - in questi giorni stiamo lavorando, anzi i ragazzi stanno lavorando a un cd musicale, reggaetton. E hanno dato vita a gruppi di lavoro per fare informazione tra i giovani sulla sessualità e il problema dell’abuso di droghe e alcol. Stiamo traducendo i depliant in spagnolo per diffondere la conoscenza dei servizi pubblici disponibili. Queste associazioni sono un ponte verso tutta la comunità». Anche quella che in piazza non scende e pensa che la città sia un inferno.
gli abitanti di zona da me sentiti in tutti questi anni (è dal 1993 in pratica che il centro sociale e' frequentato) non sono dello stesso parere e lo dimostrano i mugugni continui per la musica ad altissimo volume che viene prodotta dal centro sociale di giorno e di notte, fino a mattina inoltrata. Da fastidio che tra quelle mura la regione e il comune ignorino l'assenza del rispetto delle leggi della civile convivenza e noi siamo lasciati indifesi, nelle nostre case che ormai non hanno piu' valore. Ma questo a Genova e in liguria non importa e serve solo saper dipingere bene un articolo, omettere di pubblicare le lamentele e gli esposti degli abitanti per celare un problema, anzi trasformarlo in opportunita'. Che vergogna, che Italia. I veri valori iniziano quando si rispettano le leggi e quando le leggi vengono fatte rispettare. Oggi noi vogliamo solo quello. Non l'avete capito? Povera Sampierdarena.
Scritto da: gars | 16/09/08 a 14:36